Ambientazione
Salute a te,
Forestiero.
Benvenuto ad Isla Calina, perla dei mari, e principale porto di questa parte del mondo, nonchè l'unico, in effetti.
Accomodiamoci alla Taverna, e davanti ad un buon boccale di grog, ti narrerò la storia di questo luogo magico.
Oh, eccoci, bagnare le labbra fa sempre piacere, dato il sole che sembra splendere sempre, a parte quando gli uragani decidono di mettere alla prova i legni delle nostre abitazioni.
Dunque, dicevamo, la storia.
Tempo fa il Re di Creatario, una terra posta ad est di quest'isola, a così tante miglia di distanza che non basterebbe veleggiare per mesi interi per vederla, decise che era giunto il momento per ampliare le rotte commerciali, e per portare più oro nelle casse del regno. Diede quindi il via ad una massiccia campagna navale, mandando per ogni dove piccole flotte, alla ricerca di nuove terre vergini, da depredare, alla ricerca di nuovi regni con cui stringere alleanze.
Alcune tornarono colme di tesori, altre con trattati commerciali, altre non tornarono affatto, ed una singola nave invece, quella che si era spinta più ad ovest di tutte, così lontana da giungere in acque che mai nessuno aveva visto, trovò un'isola, un'isola particolare.
Quest'isola.
Isla Calina.
Una terra lussureggiante, ricca di giungle e ornata da spiagge bianche come il marmo più puro, le cui acque erano così cristalline che si vedeva il fondo anche quando si facevano profonde. Ma cosa te lo dico a fare? Avrai già visto tutto questo giungendo qui.
Poteva essere uno scrigno colmo di ricchezze, oppure un fallimento su ogni versante, ma il capitano della nave decise di stabilire un accampamento, per valutare la situazione, e così fece la ciurma, composta da umani, da mezz'elfi, e dai più grandi esploratori di tutti i regni, gli elfi del mare.
Loro fondarono il villaggio in cui ti trovi ora.
La taverna in cui stai bevendo è la stessa in cui si ubriacarono loro, Forestiero.
In poco tempo l'accampamento divenne un villaggio, appunto, e il Re di Creatario decise di rivendicare il possesso dell'isola, dato che da esse giungevano legni pregiati, e altre preziosità, anche se raramente, dato le lunghe distanze.
Venne scoperto anche un filone minerario, e i nani arrivarono, attirati come le mosche dal miele. Furono loro a inaugurare la miniera sul versante della montagna, e ad incrementare la ricchezza dell'isola.
E dopo di loro, vennero altre razze.
Il regno di Creatario era in guerra con le tribù di orchi ai confini settentrionali, e si alleò con il regno fatato di Telvailis, per vincere. Un'alleanza salda, duratura, che spiega come mai qui si trovano anche gnomi, fate e folletti, avendo avuto il permesso di stabilirsi qui studiare la natura del luogo.
Ah, vuoi sapere cosa vi sia di particolare?
Avrai di sicuro visto, arrivando qui, la baia delle sirene, in cui nuotano quelle sinuose figure. Ebbene si, non sono una leggenda. Le sirene esistono davvero, ed abitano le acque di questa isola da ben prima che arrivassimo noi tutti. Alcune addirittura escono dal loro mondo, per passare momenti sulla terraferma, commerciando e vivendo fianco a fianco con noi tutti.
E avrai anche di certo notato spuntare dalla fitta giungla quella colonna in pietra.
Ecco, quello segnala i resti di una città ora avvolta dalla natura selvaggia. Una città così antica di cui nessuno sa nulla, di cui nessuno ricorda nulla. Era già antica quando arrivammo qui, e ignoriamo chi l'abbia costruita, o perchè, o dove siano adesso. Fra quei massi trovammo alcuni... Non saprei come chiamarli.... Costrutti metallici. Esseri dalla forma umanoide, ma composti da una materia che ricorda l'acciaio. Sembravano addormentati. Alcuni riuscimmo a risvegliarli, anche se non conservano più memoria di quello che fu, e non hanno saputo dirci nulla di questi misteriosi esseri che abitarono l'isola prima di noi.
Oh, il grog è finito, e il sole sta calando.
Ho parlato fin troppo, Forestiero, e di sicuro avrai altro da fare, essendo appena sbarcato.
Goditi il posto.
Contribuisci alla sua ricchezza. La tua nuova vita inizia oggi, amico mio.
Qui, su Isla Calina.
Bentornato,
Forestiero.
Anche oggi inizi la giornata con un bel boccale di grog? Come, no?
Sei qui per cercare notizie?
Chiedi pure, mi piace aiutare la gente quando posso.
Aspetta, sei un mago? Anzi, un arcimago?
Ahahaha.
Perdona la risata, amico mio, ma qui non conta nulla quello che eri un tempo, ma quello che sei dal tuo sbarco in avanti.
Avrai notato mentre ti allontanavi dal continente, e ti spingevi verso il mare aperto, che le tue magie perdevano di intensità, di forza. E più la terra era un ricordo alle tue spalle, più i tuoi poteri diminuivano, fino a scomparire del tutto. Di sicuro avrai provato tutte le tue formule, tutti i tuoi riti, ma inutilmente.
Ma consolati, non sei l'unico a cui è successo.
Maghi e chierici qui non hanno vita facile. Anzi, non l'hanno affatto.
Siamo così lontani da tutto e tutti, che persino gli Dei sembra ci abbiano dimenticati, sono così distanti da noi che le suppliche dei fedeli probabilmente non giungono nemmeno alle loro orecchie divine.
Invoca gli Dei della creazione, maledici il Dio della guerra, prova.
Non succede nulla, visto?
Pensa lo smarrimento dei primi coloni, senza Dei a cui affidarsi, senza magie a proteggerli. Soli, sperduti.
Ma questo i primi tempi.
Solo i primi tempi.
In quest'isola è facile sognare.
Quando si chiudono gli occhi, il mondo dei sogni è tanto vivido da sembrare reale, e al risveglio lascia ricordi intensi. E in quei sogni, alcuni sentirono delle voci. Videro delle ombre, delle presenze.
Non eravamo soli.
Non lo siamo mai stati.
Quest'isola pullula di spiriti.
Loa, si fanno chiamare. O almeno, chi riesce ad invocarli, dice che si fanno chiamare così.
L'aria ha i suoi Loa, il fuoco ha i suoi Loa, la sabbia, il mare, le piante, persino queste mura!
Sono fra noi, invisibili, estranei.
Ma ci ascoltano, e donano ad alcuni di noi il potere per evocarli, per manipolarli.
Fino a divenire un tutt'uno con loro stessi.
Quindi amico mio, getta il tuo grimorio, spogliati della tua tonaca, e immergiti nell'isola.
Il potere che cerchi ti sta aspettando.
Non senti la sua voce?
Ad Isla Calina è riconosciuto ed accettato il baratto fra le merci. Vi è però un sistema monetario ufficiale.
Moneta base
DOBLONE: Moneta in bronzo coniata ad Isla Calina.
Sulla testa è raffigurata la forma dell'isola, sulla croce invece vi è il suo valore.
Altre Monete
CALINO: Moneta in argento, sulla testa è raffigurato un piccone incrociato ad un'ascia, simboli delle attività economiche del luogo, ovvero la miniera e la foresta, sulla croce invece vi è il suo valore.
1 Calino vale 100 dobloni.
REGALIO: Moneta in oro zecchino, sulla testa raffigurante la corona reale, sulla croce il simbolo del regno. Questa moneta è la moneta ufficiale del regno, ed è l'unica utilizzabile per gli acquisti e le trattative con il continente.
1 Regalio vale 1000 dobloni.
1 Regalio vale 10 Calino.
Monete particolari
PEZZI DA QUATTRO: Sull'isola ci sono merci che hanno un valore così basso da costare addirittura meno di un doblone. Per ovviare a questo problema, e per non produrre nuove monete, sull'isola vige la tradizione di spezzare un doblone in quattro pezzi, ed utilizzarlo così.
- 12: Naufragio su Isla Calina di una nave misteriosa.
Anno O: Scoperta di Isla Calina da parte della nave “Aquila dei Mari”, agli ordini del Capitano Canesciolto. L’isola e l’arcipelago vengono quindi dichiarati territorio del Regno di Creatario.
Anno 3: Viene fondato il primo insediamento fisso, chiamato semplicemente “Villaggio”
Anno 5: Durante le esplorazioni sulle isole vicine, si scopre che una di esse è ricca di minerali e pietre preziose. Viene dunque ribattezzata Isla Miralia.
Anno 7: Ad Isla Calina giungono i primi Nani, per sfruttare le miniere di Isla Miralia.
Anno 8: Anno di grandi esplorazioni e scoperte su Isla Calina. Vincendo una paura forse irrazionale, vengono organizzate spedizioni nella giungla, dove vengono trovate delle misteriose rovine di una passata civiltà, e all’interno di esse, dei costrutti di forma umanoide. Senza sapere come, alcuni di essi vengono riportati alla vita, o qualcosa di simile. Inoltre alcune persone iniziano ad avere contatti con delle entità mistiche, chiamate Loa. Si sviluppa così una particolare forma di magia, chiamata sciamanesimo.
Anno 10: Viene firmato un trattato di pace e di collaborazione con le Sirene, razza autoctona.
Anno 12: Dopo l’alleanza fra il Regno di Creatario e il Regno fatato di Telvailis, giungono su Isla Calina i primi gnomi, fate e folletti.
Anno 13: Un devastante uragano rade al suolo quasi completamente il Villaggio.
Anno 14: Il Villaggio viene ricostruito, e battezzato “Forte”.
Anno 15: Il Regno di Creatario concede una formale indipendenza ad Isla Calina, con l’obbligo di vassallaggio. Viene nominato Primo Governatore Edmond Tach.
Anno 16: Viene firmato un trattato di pace e di collaborazione con i Naga, razza autoctona.
Anno 17: Un grande incendio brucia Forte, che viene subito ricostruito, con il nome di “Nuovo Forte”.
Anno 19: Anno di scontri in mare. L’arcipelago viene preso di mira da Orchi pirati, e dopo mesi di battaglie, razzie e tensioni, vengono finalmente sbaragliati.
Anno 20: Avviene un tentato colpo di stato, ad opera di una frangia di ribelli che vogliono un’indipendenza totale e assoluta dal Regno di Creatario per fondare un’autonomia pirata.
Anno 22: I Loa decidono di unirsi ad esseri umani, per scopi misteriosi. La notizia viene tenuta segreta, e attorno alla faccenda v’è il massimo riserbo.
Anno 25: Viene coniata la moneta ufficiale di Isla Calina.
Anno 26: Il commercio fiorisce, e viene creata un’isola artificiale per la costruzione e manutenzione delle navi, e un’isola viene adibita a magazzino.
Anno 30: Anno corrente
La Morte.
La Morte.
Alcuni dicono che non sia la fine, ma l’inizio di un nuovo viaggio.
Da dove vieni, da dove veniamo tutti, c’è la magia, per riportare in vita i defunti, oppure le invocazioni alle divinità.
Ma qui, qui caro amico, non c’è ne una cosa ne l’altra.
Appena arrivati ci accorgemmo subito che la Morte ci avrebbe accolti fra le sue braccia, definitivamente, per sempre.
Nessuna speranza, nessuna scappatoia.
Per questo molti marinai avrebbero desiderato andarsene, ma gli ordini, si sa, sono ordini, e restammo, tutti quanti.
Salis.
Fu lui il primo a morire, su quest’isola.
Sbranato da una bestia selvaggia.
Povero mezzelfo.
Come la tradizione della sua gente voleva, bruciammo il corpo al tramonto, e disperdemmo le sue ceneri in mare.
Quindi capirai lo smarrimento, anzi, il terrore, quando sette giorni dopo ce lo trovammo davanti, vivo, vegeto, in carne e ossa.
Ammetto che non ci comportammo molto bene.
Cercammo di prenderlo, e ucciderlo, maledetto mostro, spuntato fuori chissà da dove, che aveva osato prendere l’aspetto del nostro compagno!
Ma no, non poteva essere un inganno, era proprio lui.
Non ti tedierò con i dettagli, ma si, era lui, ne eravamo sicuri, dopo un’indagine accurata.
Ma cosa era successo, per gli Dei?
Non lo sapevamo, con certezza.
Lui ci raccontò che di quei sette giorni non aveva molti ricordi.
Gli sembrava di aver vagato per l’isola, fra delle rovine, ma era un’isola differente.
Era qui, ma non era qui.
Come in un sogno, vagava, fino a quando ritrovò la sua casa, e si addormentò, nel suo vecchio letto.
E quando si risvegliò, era nuovamente qui, in carne ed ossa.
Vivo.
Fu il primo, ma non l’unico.
Altri morirono, e anche loro, dopo sette giorni, tornarono, intatti.
Chi aveva ancora un corpo, in esso.
Chi non l’aveva più, nel suo letto, nuovo nuovo.
E tutti raccontavano di questo viaggiare per l’isola, come in un sogno confuso.
La cosa era inquietante, decisamente inquietante, ma non potevamo farci nulla.
Ancora fu Salis, il mezzelfo, a morire per la seconda volta su quest’isola, durante la riparazione della nave, per un incidente.
Questa volta attendemmo sette giorni, ed ecco, riaprì gli occhi.
Ma questa volta ricordava altro.
Aveva incontrato, nel suo vagare, uno spirito, che l’aveva aiutato a tornare a casa sua, e nuovamente era fra i vivi.
Ma l’incontro l’aveva terrorizzato.
Per mesi ebbe difficoltà ad addormentarsi, a riposare.
Temeva i sogni, senza sapere perchè, senza riuscire a dirci il motivo.
E tutti quelli che morivano per la seconda volta, tornavano, grazie all’aiuto di uno spirito.
Tutti altrettanto spaventati, tutti altrettanto turbati.
Mi chiedi se qualcuno morì per una terza volta?
Si. Esatto, hai indovinato il nome, fu proprio lui, Salis.
Povero, povero compagno.
Ucciso dal veleno di una bacca.
Torno, dopo sette giorni. Ma qualcosa era successo. I capelli si erano fatti bianchi, sembrava invecchiato.
Restò con noi ancora qualche mese, prima di imbarcarsi su una nave di passaggio, e andarsene per sempre.
A nessuno raccontò cosa vide, cosa fece, la terza volta che morì.
Solo con un boccale di grog davanti si scioglieva un poco, ma non troppo.
Parlò solo con il suo capitano, l’unico che conobbe la storia nei particolari.
Ma io, bhe, io.... Una volta lo sentii mormorare davanti al fuoco, mezzo ubriaco.
Parlava a bassa voce, fra se e se.
E continuava a ripetere la stessa frase. “Non avrei dovuto accettare quel patto. Non avrei dovuto accettare quel patto. Non avrei dovuto accettare quel patto”.
Una cantilena che mi mise addosso una paura tale che me la detti a gambe.
Le parole contenevano un dolore, una paura, sconosciuta a questa terra.
Un qualcosa che spero di non risentire, mai più.
Mi hai chiesto cosa succede a chi muore la terza volta.
Bhe, caro amico mio.
Ti auguro di non scoprirlo mai.